I livelli di troponina cardiaca I predicono la mortalità postoperatoria
Gli interventi cardiochirurgici possono essere associati ad una significativa morbidità e mortalità perioperatoria e postoperatoria.
La patologia sottostante, la tecnica chirurgica adottata, le complicanze postoperatorie possono influenzare l’outcome ( esito ).
Questi fattori possono riflettersi in un aumento dei livelli di troponina.
Uno studio, condotto da Ricercatori dell’University of Aberdeen e dell’Aberdeen Royal Infirmary in Gran Bretagna, ha valutato il significato prognostico della misurazione dei livelli di troponina.
Lo studio ha riguardato 1.365 pazienti sottoposti a cardiochirurgia.
La misurazione dei livelli di troponina cardiaca I ( cTnI ) è stata effettuata 2 e 24 ore dopo l’intervento chirurgico.
I livelli di cTnI, misurati a 24 ore, sono risultati indipendentemente predittivi di mortalità a 30 giorni ( odds ratio, OR = 1.14 per 10microg/l; p = 0.002 ), a 1 anno ( OR = 1.10 per 10microg/l; p = 0.006 ) e a 3 anni ( OR = 1.07 per 10microg/l; p = 0.04 ).
I livelli di troponina cardiaca I nel più alto quartile a 24 ore erano associati ad un outcome particolarmente non favorevole.
I dati dello studio hanno dimostrato che i livelli di troponina cardiaca I misurati dopo 24 ore dall’intervento cardiochirurgico sono in grado di predire la mortalità nel breve, medio e lungo periodo. ( Xagena2006 )
Croal BL et al, Circulation 2006; 114: 1468-1475
Cardio2006